14 Gennaio 2017
Vino, il tesoro bresciano coltivato su oltre 6000 ettari

Vino, il tesoro bresciano coltivato su oltre 6000 ettari
Prandini: determinante continuare a sostenere al meglio le nostre imprese agricole sui mercati internazionali per la giusta valorizzazione del vino made in Italy
 Al centro resta sempre il reddito delle imprese agricole. Anche se stiamo parlando di un settore che riesce a trovare il giusto equilibrio in un momento difficile per il comparto agricolo. I numeri parlano chiaro, oltre il 95% delle superfici vitate nella nostra provincia sono destinati a produzione di vino DOCG, DOC e IGT, quasi 500.000 quintali di uva prodotta, oltre 38 milioni di bottiglie, con una percentuale importante che viene destinata al mercato estero.
Questo il quadro generale dell’incontro che si è svolto a Lonato del Garda venerdì 13 gennaio in occasione della 59° edizione della Fiera regionale dell’agricoltura, artigianato e commercio di Lonato del Garda inaugurata questa mattina.
Continuare a sostenere al meglio le nostre imprese vitivinicole sui mercati internazionali, è un intervento fondamentale, che sta generando un incremento delle prospettiva di crescita del comparto e quindi della tutela e valorizzazione dei territori - ha commentato Ettore Prandini Presidente di Coldiretti Brescia.
Per Gianni Fava – Assessore regionale all’agricoltura – la crescita di un comparto la si misura anche dalla giusta remunerazione delle uve ai produttori, che è sintomo di una filiera che evolve in modo equilibrato, garantendo soddisfazioni economiche a tutti gli attori. È altrettanto chiaro che ciò lo si raggiunge valorizzando al meglio il prodotto finito, legato al territorio ma promosso anche e soprattutto sui mercati internazionali. E in questo senso Regione Lombardia è disponibile a ragionare sui concreti progetti di promozione e internazionalizzazione.
Con Simone Frusca, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Brescia, si è anche parlato di burocrazia e dell’importanza della definitiva approvazione del Testo Unico Vino che ha determinato un taglio del 50% del tempo dedicato al numero di pratiche da compilare nella fase di produzione permettendo quindi alle aziende agricole di ridurre gli oneri economici senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i controlli.
“Fra le altre cose – interviene Frusca - il testo unico porterà alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica, alla semplificazioni degli adempimenti amministrativi e di tenuta dei registri, e al miglioramento delle norme per garantire la tracciabilità delle importazioni dall’estero, a sostegno del vino Made in Italy”.
“Il vino attualmente è un settore trainante della nostra economia – ha sottolineato Paolo Castelletti, Direttore Unione Italiana Vini - sotto molteplici aspetti, non solo relativi al settore agricolo. Infatti si stima che il comparto vitivinicolo generi interessi economici in quasi venti settori diversi”.
Nella parte centrale dell’incontro sono intervenuti il vice Presidente del Consorzio Franciacorta e il Presidente del Consorzio Lugana che hanno sottolineato l’importanza di fare sistema, di tutelare e promuovere non solo il prodotto vino ma tutto quanto ruota attorno ad esso, dal territorio all'ecosistema.
La chiusura della serata a cura del Presidente Prandini che ha voluto sottolineare, in una visione di valorizzazione del made in Italy, l’importanza delle ambasciate all’estero. “Il ruolo delle ambasciate nel mondo non è mai stato correttamente “sfruttato”. E’ incoerente trovare nelle ambasciate italiane all’estero buffet con prodotti stranieri, loro dovrebbero essere il primo determinante tramite per la promozione del mangiare e produrre made in Italy. Sarebbe quindi auspicabile che fossero proprio loro a promuovere attraverso formazione e informazione - soprattutto all’interno della ristorazione – il valore e la qualità unica del agroalimentare italiano”.

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