16 Febbraio 2016
UE, Prandini: “Serve asse franco-italiano per l’etichetta d’origine

UE, Prandini: “Serve asse franco-italiano per etichetta d’origine su tutti i prodotti”
16 febbraio 2016 - Asse franco-italiano per l’indicazione d’origine su tutti i prodotti agroalimentari, compresi quelli trasformati. “La Francia – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - sta preparando misure a livello nazionale per arrivare a un’etichettatura completa e trasparente dei prodotti e ha comunicato alla UE che intende procedere in tal senso, in attesa di una decisione dell’Unione. La stessa cosa dobbiamo fare anche noi italiani, che fra l’altro siamo stati i pionieri di questa battaglia a difesa dei produttori e dei consumatori”.
Secondo Prandini non bisogna più accontentarsi di misure di retroguardia o troppo timide: “Lo stabilimento di produzione è un primo passo, ma non è certo quello finale. Il consumatore deve essere messo in grado di scegliere con informazioni trasparenti, complete e soprattutto leggibili, considerato che spesso le etichette sono scritte con caratteri così minuscoli che bisogna prendere il microscopio per decifrarle. Basta con le furbizie, sì alla trasparenza. Sono convito che in questo modo l’intera filiera: dagli agricoltori alle industrie, dalla grande distribuzione ai consumatori”.
Tutto questo mentre - spiega la Coldiretti Lombardia - quasi la metà della spesa è anonima per colpa della contraddittoria normativa comunitaria che obbliga a indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l’ortofrutta fresca ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte o per la pasta. Il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano un pacco di pasta su tre, due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta come pure la metà delle mozzarelle.
Il fenomeno dell’ italian sounding di matrice italiana - continua la Coldiretti Lombardia -, che importa materia prima dai paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, danneggia il vero agroalimentare italiano e si va a sommare alla contraffazione dei nostri prodotti nel mondo che ha superato il fatturato di 60 miliardi di euro. Per chiudere le porte alle frodi è necessario quindi garantire la tracciabilità e la trasparenza dal campo alla tavola con l’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti come ha chiesto il 96,5 per cento degli italiani sulla base della consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015.
Intanto il vero Made in Italy vola all’estero. Secondo un’analisi della Coldiretti sui dati definitivi Istat, crescono dell’8 per cento le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani, che nel 2015 raggiungono il record storico di sempre a 36,9 miliardi di euro, quasi il doppio del settore degli autoveicoli fermi a 19,9 miliardi. La fame d’Italia nel mondo – conclude la Coldiretti - si è fatta sentire con aumenti stimati che vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva fino al +6% per il vino che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzato oltre i confini nazionali. I 2/3 del fatturato agroalimentare all'estero si ottengono con l’esportazione di prodotti verso i paesi dell’Unione Europea.

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