15 Gennaio 2015
TAV

Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando sul territorio bresciano gli incontri promossi, per lo più dai sindaci dei Comuni Bresciani che saranno toccati dal tragitto della TAV Milano Verona, soprattutto per informare la gente, che rischia di vedersi passare a pochi metri da casa il grande treno.
Se ne parla tanto perché da anni in Italia la TAV ha portato a velocizzare molte tratte ferroviarie importanti, ma rispetto al tragitto che attraverserà la provincia Bresciana tutto questo vantaggio ci sarà?
Il progetto in essere prevede come punto di forza una diminuzione del tempo di percorrenza tra Milano e Verona. Molti utenti saranno felici di guadagnare cinque minuti in un’ora di viaggio, ma sicuramente non saranno utenti bresciani.
“La TAV infatti non prevede tappa a Brescia – sostiene il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini - e per non fare torti a nessuno, neppure in alcuna località del lago di Garda, vicenda questa che noi riteniamo indispensabile per favorire ulteriormente lo sviluppo turistico e culturale”.
Secondo il progetto, la tratta dovrebbe prevedere una fermata a Montichiari - in cui da anni si parla dell’implementazione dell’aeroporto - ma questa opzione rischia di restare solo “scritta su carta” per gli alti costi di gestione e per la concorrenza imponente degli aeroporti limitrofi.
Si parla anche di utilizzo della linea della TAV per il trasporto merci: questa informazione non trova però conforto nelle altre esperienze nazionali.
A cosa serve quindi la TAV in territorio Bresciano? Per ora rischia soltanto di creare enormi danni - sia economici che paesaggistici - alla prima provincia agricola d’Italia.
“Si perderanno centinaia di ettari di terreno prezioso – prosegue il presidente Prandini - dai quali si ottengono prodotti tra i più esportati al mondo come il Lugana, il prosciutto di Parma e San Daniele, il Grana Padano e prodotti ortofrutticoli di grande qualità che non saranno mai più recuperabili: scompariranno aziende agricole che possono dare futuro al territorio e lavoro alle nuove generazioni”.
Per quanto riguarda i risarcimenti che spetteranno alle imprese agricole interessate, ci auguriamo di non riviere l’esperienza di Brebemi e Corda Molle e che tutti possano riuscire ad ottenere indennizzi equi.
La TAV non servirà ai cittadini bresciani che vogliono guadagnare quei famosi cinque minuti e neppure ai turisti che vogliono visitare la città e località come il Garda che vanta oltre venti milioni di turisti l’anno.
La linea, che può essere ripensata in chiave più moderna - non dimentichiamo che si sta parlando di un progetto che ha ormai più di venti anni - deve trovare una logica, fatta si di tempi, ma di gradimento rispetto al territorio tra i più produttivi e affascinanti d’Italia.
“Occorre coniugare – aggiunge il Presidente - un minore impatto ambientale, con la potenzialità di quelle fermate che possono favorire un servizio a chi volentieri può vantarsi di arrivare in vacanza o al lavoro con un ottimo mezzo pubblico come avviene ad esempio in Germania che da anni ha sviluppato un sistema di trasporto su rotaie che favorisce i pendolari, i turisti e il trasporto merci: Brescia è una città importante in un territorio ricco e vivace, tanto da meritare una rivisitazione del progetto e del tragitto”.
“Sotto questo punto di vista – conclude Prandini - diventerà centrale il ruolo che la politica bresciana a tutti i suoi livelli sarà capace di mettere in campo per far crescere e tutelare settori strategici della nostra provincia”.
 

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