23 Ottobre 2010
SULLA CENTRALE DEL LATTE COLDIRETTI C’E’

Brescia 23 ottobre 2010 - «Se il Comune dovesse cedere buona parte della partecipazione societaria detenuta in  “Centrale del Latte”, Coldiretti si candiderebbe unitamente agli allevatori bresciani per rilevarne le quote». Questo il commento perentorio del Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini in merito alla notizia apparsa sui quotidiani dei giorni scorsi che prefigurava, appunto, l’ipotesi che il Comune di Brescia debba, per legge, ridurre la propria quota di partecipazione in Centrale del Latte portandola al di sotto del 25%.
«Sia chiaro, se la cessione non fosse necessaria – aggiunge Prandini - saremmo ben felici che l’Amministrazione Comunale potesse proseguire con l’ottimo lavoro svolto in questi anni. In caso contrario siamo pronti ad avviare un’operazione che si inserirebbe perfettamente nel progetto che Coldiretti sta realizzando.
«La Centrale del Latte di Brescia è un’azienda che lavora con serietà e ottimi risultati e l’interesse, tanto degli allevatori bresciani quanto del Comune, è di garantire i risultati economici, la tutela del marchio e la valorizzazione del latte bresciano. Coldiretti è pronta a muoversi – prosegue ancora Ettore Prandini – anche per scongiurare il rischio che qualche gruppo industriale o multinazionale possa pensare a facili speculazioni. Non sarebbe né la prima, né l’ultima volta. L’esempio più rilevante è quello di Galbani, finita nelle mani del gruppo Danone, multinazionale francese certamente interessata a vendere i suoi prodotti in Italia sventolando un prestigioso marchio italiano, pur importando enormi quantità di latte dalla Francia. In questo modo i profitti vengono dirottati all’estero, mentre i nostri allevatori vengono pagati sempre meno. Gli allevatori e gli agricoltori, a differenza di un’industria, non hanno interesse e non possono delocalizzare la loro attività: terreno e cascine non si possono trasferire all’estero. Perciò, se la Centrale venisse acquisita dai
nostri allevatori, avremmo l’assoluta garanzia di mantenerla in mani bresciane preservando così l’eccellenza agroalimentare della nostra provincia».

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