29 Giugno 2012
SUINICOLTURA, MERCATO IN RIPRESA MA I PROBLEMI RESTANO

Brescia, 29 giugno 2012 Il mercato dei suini si sta finalmente riprendendo con quotazioni che hanno superato la soglia di 1,4 euro al chilo, ma sul comparto incombe il gravoso problema dell’applicazione della direttiva sul benessere animale.
            Un tema, quest’ultimo, sul quale Coldiretti Brescia è intervenuta da tempo a tutti i livelli, chiedendo l’introduzione di deroghe tecniche a salvaguardia della suinicoltura di qualità. “In particolare abbiamo chiesto al Ministero e alla Regione Lombardia – spiega Ettore Prandini presidente di Coldiretti Brescia - di prevedere soluzioni per i grigliati, i box delle scrofe e l’uso del materiale manipolabile.
            In questo senso siamo soddisfatti che anche l’istituto Zooprofilattico si sia mosso in questa direzione, da noi auspicata, dopo che anche Anas aveva evidenziato le maggiori criticità di applicazione di una direttiva che rischia di mettere fuori mercato ancora molti allevamenti. Il livello del prezzo dei suini è in aumento ponendosi da diverse settimane sopra 1,3 euro al chilo, ma il mercato delle carni non è ancora così sostenuto. In questa situazione gli allevatori hanno margini risicati e non sono in grado di sostenere investimenti che non abbiamo ricadute commerciali. Infatti l’auspicio resta che i consumi riprendano su standard maggiori e che l’export continui a dare soddisfazioni.
            Certamente occorrerà lavorare affinché in tutte le regioni d’Italia, sull’esempio di quanto già fatto in Lombardia, vengano risolte al più presto tutte quelle emergenze veterinarie (peste suina e vescicolare) che da anni ci impediscono di esportare i nostri prodotti di qualità su mercati importanti come Cina e Stati Uniti. Inoltre, l’introduzione dell’obbligo dell’etichetta di origine sarà un’ulteriore garanzia e volano commerciale per i prodotti suinicoli.
            Auspico quindi – prosegue Prandini - che il confronto all’interno della filiera diventi sempre più costruttivo e meno conflittuale con benefici diffusi tra allevatori e macellatori, stretti nella morsa di una grande distribuzione interessata ad avere prodotti Dop in promozione piuttosto che promuovere il made in Italy.
            A tal proposito - conclude Prandini - il decreto che sta per essere licenziato sui tempi di pagamento, risponde alle sollecitazioni avanzate da Coldiretti di generare liquidità all’interno della filiera agroalimentare, riducendo le esposizioni. Infine ritengo che la nuova Politica agricola comunitaria dovrà darà il giusto peso anche al settore suinicolo, prevedendo misure specifiche di sostegno al reddito per gli allevatori impegnati a produrre qualità e in concorrenza con prodotti a più basso livello qualitativo”.

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