Brescia, 29 luglio 2010 – È stato presentato questa mattina all’allevamento suini Cristini di Isorella il filtro biologico per l’abbattimento dei nitrati «Ultimate 1.0» realizzato dalla Fondazione Ceerl – Centro di Eccellenza per le Energie Rinnovabili - di Lonato del Garda, che ha organizzato la presentazione in collaborazione con Coldiretti Brescia e con la Provincia di Brescia.
La Fondazione Ceerl (già associazione Re.future), dopo 4 anni di ricerca e sperimentazione, ha messo a punto «Ultimate 1.0», impianto dotato di un apposito filtro biologico autorigenerante in grado di garantire un abbattimento dell’azoto totale nei reflui zootecnici da un minimo del 50% a un massimo del 75% a fronte di consumo energetico e manutenzioni quasi inesistenti. Il sistema è modulare e pertanto espandibile a seconda delle dimensioni e delle necessità di ogni singola azienda; ciascun modulo ha una capacità giornaliera pari a 1 metro cubo e necessita settimanalmente di 180 litri d’acqua e 1 chilogrammo di sale.
Il presidente della Fondazione Ceerl Claudio Arivetti ha sottolineato come il sistema «operi osservando principi di risparmio energetico, attenzione alle fonti rinnovabili e rispetto dell’ambiente. I nostri studi per si sono basati sulla comprensione approfondita del processo naturale di trasformazione dell’azoto e nella sua riproduzione all’interno del sistema: il macchinario è in grado di epurare il liquame dall’azoto in adempimento alle direttive europee e comunitarie». E a proposito della direttiva nitrati è intervenuto il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini, che ha rilanciato «l’importanza di una deroga alla normativa come più volte richiesto; il nostro obiettivo è di
riportare le prescrizioni il più vicino possibile al limite di 340 kg di azoto/ha/anno contro i 170 voluti dalla legge, passando se necessario per i 280 kg azoto/ha/anno in attesa di risposte certe dal fronte istituzionale come promesso anche dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Coldiretti d’altra parte ha già dimostrato come le falde di Pianura Padana e Lombardia siano poco inquinate e in termini non connessi alla zootecnia». Quanto all’impianto «Ultimate 1.0», il presidente Prandini ha espresso soddisfazione per «una soluzione alternativa rispetto a quanto proposto da alcune multinazionali che hanno trasformato il problema dei nitrati in un business, e noi siamo contrari alla strumentalizzazione delle criticità del nostro comparto. Chiediamo alle istituzioni uno sforzo per il riconoscimento dell’impianto affinché le imprese che decidano di installarlo e utilizzarlo siano tutelate e abbiano certezze». Di parere analogo l’assessore provinciale all’Agricoltura Gianfranco Tomasoni, convinto che «il problema dei nitrati sia da combattere e risolvere su due fronti: da un lato quello normativo perché alla Pianura Padana vengano garantite da Bruxelles le stesse deroghe concesse ad altre aree europee, dall’altro attraverso la promozione di sistemi come “Ultimate 1.0” che, con costi ridotti («Difficile parlare del costo esatto – ha precisato Arivetti -, un singolo modulo gira attorno ai 10mila euro, l’acquisto di più moduli consente di abbattere la cifra complessiva») rispetto ad altri impianti simili, sappiano adeguarsi ai bisogni delle aziende in modo flessibile e compatibile con l’ambiente. Relativamente alla direttiva nitrati, nonostante i tempi stretti guardo con ottimismo a una soluzione che sappia incontrare le istanze del comparto».
Andrea Cristini, vicepresidente di Coldiretti Brescia, presidente regionale Allevatori Suini e titolare dell’allevamento ospitante la presentazione ha rivelato come «l’iniziale scetticismo dovuto alla resa effettivamente ottima dell’impianto si sia trasformato poi in soddisfazione una volta appurato il perdurare dei risultati, senza contare che il sistema elimina anche il cattivo odore del liquame migliorando significativamente l’impatto dello smaltimento sulla cittadinanza».