13 Ottobre 2010
LE RUSPE DELLE GRANDI OPERE SU CAMPI E CASCINE: SPARIRANNO OLTRE 50 MILIONI DI METRI QUADRATI. Allevatori bresciani pronti a intraprendere azioni legali dopo i mancati indennizzi

Brescia 13 ottobre 2010 – Il prezzo che l’agricoltura deve pagare per la realizzazione delle grandi opere: è stato questo il tema della conferenza stampa tenuta ieri da Coldiretti Lombardia nella sede regionale in via Fabio Filzi a Milano alla presenza del presidente Nino Andena e di numerosi allevatori e agricoltori provenienti da tutte le province lombarde.
Come ha spiegato Andena, “Le grandi opere della Lombardia, dalla Brebemi alla Tem, dalla Pedemontana all’autostrada dei Laghi, dalla statale 38 alla tangenziale di Morbegno si stanno portando via, secondo i calcoli di Coldiretti Lombardia, quasi 53 milioni di metri quadrati di aree agricole, che si aggiungono alla voragine di 400 mila ettari già finiti sotto una coltre d’asfalto e cemento dal 1990 a oggi”.
Tanta rabbia, ma fortissima determinazione volta a salvare le proprie aziende nelle parole di due allevatori bresciani intervenuti, Daniele Noli e Francesco Zanetti, entrambi di Castrezzato. Daniele Noli, 47 anni, allevatore di Castrezzato ha dichiarato di aver sostenuto “Pochi anni fa cospicui investimenti per completare l’azienda, riunendo anche le porzioni di altri parenti. Ora Brebemi e Tav mi porteranno via tutto, lasciandomi solo una stalla con cento vacche e appena un ettaro di terreno. Speravo che Brebemi mantenesse l’impegno a liquidare una parte del valore dei fondi prima di occuparli perché così avrei così potuto comperare altrove, ma così non è stato: mi hanno raccontato un sacco di balle. A questo punto, in barba a protocolli, accordi e promesse inutili, sono deciso a resistere fino in fondo per salvare la mia azienda e il futuro della mia famiglia. Sto preparando azioni legali che mi costeranno un sacco di soldi, ma venderò cara la pelle”. Stessa determinazione per Francesco Zanetti, anch’egli di Castrezzato, dell’impresa familiare Zanetti Paolino: si tratta di un’ azienda in affitto e in proprietà, composta da padre madre e da due giovani agricoltori di 34 e 24 anni, completamente rasa al suolo da Brebemi e Tav. I componenti dell’azienda  stanno già provvedendo di tasca loro a ricostruire altrove i fabbricati che a fine anno verranno occupati. Francesco Zanetti ha dichiarato che  “i cantieri sono già avviati, finora siamo riusciti a sostenerci con le nostre risorse economiche, ma ora siamo bloccati. Brebemi pur essendosi impegnata a verificare prima i casi critici con le aziende
più colpite non si fa sentire, mentre la nostra azienda verrà dimezzata, stiamo ricostruendo i fabbricati altrove con gli ultimi soldi rimasti, ma d’ora in poi come faremo?  Io o mio fratello dovremo cercare un altro lavoro, malgrado nell’agricoltura abbiamo speso tutte le nostre risorse, soprattutto quelle dei nostri genitori”. Zanetti ha concluso ribadendo con forza di essere pronto “a intraprendere la battaglia anche legale qualora non vengano rispettati i nostri diritti”.
“Adesso con Brebemi, Tem, Pedemontana si sta creando l’ennesima ferita che inghiotte le aree agricole, la punta di un iceberg di una situazione che non sappiamo ancora come si evolverà in futuro – ha proseguito Andena, presidente di Coldiretti Lombardia –. In una regione che è locomotiva d’Italia, la viabilità è importante  per  lo sviluppo, ma il sacrificio sociale ed economico deve essere ripartito equamente e non caricato in maniera sproporzionata sugli agricoltori”.
Secondo le rilevazioni di Coldiretti, la Pedemontana (fra Como, Milano, Bergamo, Varese e la Brianza) si porterà via quasi 24 milioni di metri quadrati di territorio, altri 18 milioni e mezzo se li prenderanno Brebemi e relative tangenziali di raccordo fra Milano, Bergamo e Brescia. Ci sono poi 8 milioni e mezzo di metri quadrati che serviranno per la nuova tangenziale est esterna di Milano fra Melegnano e Agrate, a cui aggiungere anche 1 milione e 400 mila metri quadrati della Statale 38 fra Como, Lecco e Sondrio con la tangenziale di Morbegno per finire con 270mila metri quadrati per la terza corsia dell’autostrada dei Laghi A9
Un fiume d’asfalto lungo 303 chilometri, quasi la metà della lunghezza del Po, che tocca 214 comuni e “sperona” centinaia di aziende agricole. Solo su Brebemi sono quasi 1.500 quelle danneggiate con terreni presi a morsi dai cantieri, cascine spianate e stalle assediate dall’asfalto.
“Un anno fa, proprio a ottobre, veniva firmato l’accordo per la gestione dei rapporti fra Brebemi e agricoltori – spiega Andena - ma quello che doveva essere un modo per velocizzare i tempi di costruzione e ridurre i contenziosi e le crisi si è trasformato in una specie di palude burocratica dove si tenta di prendere le aziende agricole per stanchezza mentre le ruspe sono al lavoro e i risarcimenti restano, per la maggior parte e per adesso, solo promesse neppure adeguate al prezzo sociale ed economico che viene imposto alla nostra gente”. Coldiretti chiederà dunque a Regione Lombardia un piano regionale di salvaguardia dei suoli agricoli. “Perché la politica deve decidere il modello di territorio che vogliamo lasciare alle generazioni future, bisogna saper fare anche le giuste scelte – conclude Andena - Mettiamo in funzione un ciclo virtuoso che faccia crescere tutto il territorio perché le grandi opere siano davvero un’opportunità e non solo una ferita. Il terreno agricolo è la base di partenza di una filiera economica che non serve solo ai coltivatori, ma a diversi settrori come turismo, meccanica agricola e industria agroalimentare. Non è un verde a caso, ma una ricchezza per tutta la Lombardia”. Coldiretti chiede inoltre di intervenire direttamente su Cal (il braccio operativo del Pirellone per la costruzione delle nuove arterie) per rispettare gli accordi stipulati con le aziende agricole che stanno vivendo in prima linea l’avanzata dei cantieri, proponendo anche un coinvolgimento degli agricoltori sia nella gestione del verde lungo le autostrade sia nella creazione di punti di offerta dei prodotti a km zero nelle aree di sosta previste.

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