14 Gennaio 2011
Grande interesse per il convegno di Coldiretti a Lonato del Garda. PAC DOPO IL 2013: COLDIRETTI HA LE IDEE CHIARE

Brescia 14 gennaio 2011 - La Pac detta le regole per lo sviluppo del sistema rurale e agroalimentare europeo, ma è anche una voce importante nelle entrate delle aziende agricole. In Regione Lombardia, nel 2010, questa voce valeva più di 400 milioni di euro, un quarto dei quali destinati all’agricoltura bresciana. Più che giustificato quindi il grande interesse suscitato dal convegno “Quale PAC dopo il 2013?” organizzato da Coldiretti Brescia ieri, giovedì 13 gennaio, nell’ambito della 53^ edizione della Fiera Regionale Agricola e Artigianale. di Lonato del Garda.

In una sala consiliare riempita da oltre 250 imprenditori, dopo i saluti dell’assessore comunale all’agricoltura Roberto Tardani e del direttore della fiera Nicola Ferrarini, il tema della serata è stato illustrato ed approfondito dal dott. Pietro Sandali, responsabile economico nazionale di Coldiretti.

Per capire quale sarà la Pac dopo il 2013, Sandali è partito da una lettura della “politica” della situazione europea, condizionata dalle recenti e pesantissime crisi economiche, da una ritrovata centralità planetaria del tema del cibo (e quindi della produzione agricola), dall’instabilità dei mercati agricoli a causa delle forti speculazioni, da un problema di sicurezza alimentare minato da frodi e scandali. A livello europeo vi è un nuovo Commissario agricolo – il rumeno Dacian Ciolos – che certamente è molto meno “forte”, politicamente parlando, del commissario che gestì l’ultima riforma Pac, ovvero l’austriaco Fishler. Il 18 novembre scorso a Bruxelles è stata presentata ufficialmente una proposta di riforma che fissa degli obiettivi ed alcune linee-guida, ma che da qui alla prossima estate dovrà essere riempita di contenuti specifici. Sandali si è poi soffermato sugli obiettivi di Coldiretti che punta in primo luogo a mantenere ferma la spesa agricola comunitaria (ovvero a evitare “tagli” al bilancio) e a riqualificarla indirizzando le risorse sulle imprese agricole vere, quelle che lavorano, investono e rischiano in agricoltura. Non è possibile continuare a finanziare soggetti che svolgono altri mestieri e che beneficiano della Pac come fosse una rendita o, peggio, effettuano delle vere e proprie speculazioni su titoli e sui fondi comunitari. Altro obiettivo di Coldiretti è quello di utilizzare la riforma per rafforzare la competitività delle imprese agricole evitando gli errori del passato quando sono state finanziate azioni ed iniziative, anche di aggregazione, che non hanno portato alle imprese un solo euro di valore aggiunto.

Le conclusioni della serata, dopo il dibattito e le domande del pubblico, sono state affidate all’Assessore provinciale all’agricoltura Gian Francesco Tomasoni ed al presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini. Tomasoni ha testimoniato la propria vicinanza ai progetti ed all’azione di Coldiretti, mentre Prandini si è dichiarato molto fiducioso circa le prospettive future pere un settore che però dovrà cambiare atteggiamento all’interno delle filiere e nei rapporti con il mercato, rimboccandosi le maniche e prendendo in mano le redini del proprio futuro. “Coldiretti ha in avanzata fase di realizzazione un progetto grande ed ambizioso: costruire una Filiera Agricola Italiana. L’etichettatura obbligatoria di origine per tutti i prodotti agroalimentari, poi, è una pre-condizione per valorizzare le nostre produzioni distinguendo sul mercato il vero Made in Italy da ciò che italiano non è. Anche questa però – nonostante chi tifa contro, anche in Italia – è una battaglia di Coldiretti e che porteremo con successo fino in fondo. Accadrà prima di quanto si pensi e poi tutti diranno che è merito loro, come sempre”. Prandini ha concluso con una stoccata ha quanti hanno stupidamente favorito le speculazioni sulle agroenergie spingendo al massimo la diffusione di impianti che stanno sottraendo terreni e foraggio alla produzione zootecnica per far guadagnare gli investitori extra-agricoli che incassano i benefici delle agevolazioni pubbliche. “Lo avevamo denunciato tre anni fa, in tempi non sospetti. Ora la Regione deve intervenire e la Provincia ci deve sostenere – ha tuonato Prandini – nel porre un freno a questo scempio!”

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi