9 Dicembre 2016
Etichetta latte: stop agli inganni in 3 cartoni su 4

Etichetta latte: stop agli inganni in 3 cartoni su 4

Prandini: si tratta di un importante segnale di cambiamento a livello comunitario dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza

L’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte è necessario per il 96% degli italiani che lo ritengono un elemento rilevante di trasparenza per fare scelte di acquisto consapevoli. E’ quanto afferma il vice presidente nazionale Ettore Prandini che ha fortemente sostenuto il decreto che introduce in etichetta l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero-caseari, nel commentare l’attesa firma da parte dei ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, dopo il via libera comunitario e il parere positivo delle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato e l'intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.
“Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta”, ha affermato il presidente di Coldiretti Brescia, Coldiretti Lombardia e vice presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta anche di un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza".
1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro formaggi e yogurt che – sottolinea Prandini - è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. A livello lombardo la produzione di latte è di oltre il 42% del totale nazionale con l’11% prodotto nella sola provincia di Brescia dove vengono munti oltre 12 milioni di quintali di latte. Un latte destinato al consumo fresco e alla produzione delle più riconosciute DOP della filiera lattiero casearia: Grana Padano, Provolone, Gorgonzola, Taleggio, Quartirolo, Salva Cremasco, Nostrano della Val Trompia e Silter.
L’obbligo di indicare l’origine in etichetta - continua Coldiretti - salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.
Si tratta di una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma - continua Coldiretti - l’etichetta resta anonima per circa 1/3 della spesa dai salumi ai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio.
Due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina i cui arrivi sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili, secondo la Coldiretti. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
A livello comunitario - conclude Coldiretti - il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro Concentrato di pomodoro e sughi pronti
Latte/Formaggi Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce Riso
Extravergine di oliva

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi