13 Maggio 2019
Gli italiani amano frutta e verdura? I numeri di Coldiretti

Un miliardo di chili in dieci anni: l’analisi presentata da Coldiretti al MacFrut di Rimini evidenzia una crescita record dei consumi di frutta e verdura da parte degli italiani. Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini si è fatto portavoce di un comparto che solo nel 2018 ha registrato un carrello da 8,7 miliardi di chili.

Tante, anche in provincia di Brescia, le aziende agricole impegnate con successo nella coltivazione e nella vendita di prodotti ortofrutticoli.

La spinta nasce soprattutto dalle preferenze alimentari dei giovani: i ragazzi mostrano sempre più attenzione al benessere a tavola apprezzando smoothies, frullati e centrifugati, consumati al bar o anche a casa. Durante il convegno “Ortofrutta: innovazione, politiche e consumi” Coldiretti ha sottolineato anche il ruolo dell'innovazione tecnologica per la crescita del comparto frutta e verdura. Sensori in campo per ottimizzare il ciclo colturale delle produzioni, vassoio con airbag per non ammaccare la frutta pronta al consumo e nuove combinazioni tra frutta e formaggi nel “ready to eat” sono solo alcuni esempi delle ultime novità di un settore sempre più smart.

Frutta e verdura in ascesa: ecco i prodotti più consumati

Se nel 2018 le mele sono state il frutto più consumato a livello nazionale, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti dagli italiani troviamo patate, pomodori e insalate/indivie. In crescita anche la spesa per gli ortaggi freschi pronti al consumo, che chiudono l’anno al +5% rispetto al 2017, con quasi 20 milioni di famiglie acquirenti (dati Ismea).

L’indagine Coldiretti/Ixe evidenzia invece il boom degli acquisti diretti dal produttore, dove nel 2018 hanno fatto la spesa 6 italiani su dieci almeno una volta al mese.

Perché affidarsi all'ortofrutta made in Italy

La ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l’88% degli italiani a bocciare i prodotti stranieri, preferendo frutta e verdura made in Italy. Questo anche perché l’Italia si trova al vertice della sicurezza alimentare mondiale: secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi Efsa relative alla presenza di pesticidi sugli alimenti venduti in Europa, il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia.

In altre parole, precisa Coldiretti, i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy per quanto riguarda la presenza di residui chimici oltre i limiti. Sotto accusa, le importazioni favorite dagli accordi commerciali agevolati stipulati dall’Unione Europea, come nel caso del Marocco per quanto riguarda pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o dell’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi.

Accordi fortemente contestati da Coldiretti per almeno due motivi: nei Paesi di origine è spesso permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute attualmente vietati in Europa e le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera.

Frutta e verdura italiane al centro della dieta mediterranea

L’Italia è il primo produttore Ue di verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. Secondo gradino del podio europeo invece per lattughe, cavolfiori e broccoli, spinaci, zucchine, aglio, ceci, lenticchie e altri legumi freschi. Infine, il nostro Paese detiene il terzo posto in Europa per quanto riguarda asparagi, ravanelli, peperoni e peperoncini, fagioli freschi.

Quanto alla frutta, Coldiretti precisa che il made in Italy primeggia in produzioni importanti: pere fresche ciliegie, albicocche, uve da tavola, kiwi, nocciole e castagne. Siamo invece secondi in Ue per la produzione di mele, pesche, nettarine, meloni, limoni, arance, clementine, fragole (coltivate in serra) e mandorle; il terzo posto spetta invece ad angurie, fichi, prugne e olive da tavola.

Quanto conta l’ortofrutta in Italia?

Complessivamente, la superficie italiana coltivata a ortofrutta supera il milione di ettari e vale oltre il 25% della produzione lorda vendibile agricola italiana.

I punti di forza dell’ortofrutta italiana sono:

  • assortimento;
  • biodiversità
  • sicurezza;
  • qualità;
  • stagionalità.

Una forza che si traduce in 107 prodotti ortofrutticoli Dop/Igp riconosciuti dall’Ue, supportati dallo sviluppo latitudinale e altitudinale dell’Italia, ideale per il successo dei prodotti ortofrutticoli nazionali.

Come aumentare l’export di frutta e verdura

“È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità su ambiente, lavoro e salute – afferma il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini -. Serve tuttavia superare l’attuale frammentazione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero, puntando a un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo sul modello della Sopexa e ad investire sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali”.

A livello nazionale, il presidente auspica una task-force che permetta di rimuovere rapidamente le barriere non tariffarie che troppo spesso bloccano le nostre esportazioni. In aggiunta, servirebbero trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che permettano di condurre frutta e verdura da nord a sud in Italia e in ogni angolo d’Europa e del mondo. L’Italia si trova infatti a scontare un ritardo organizzativo, strutturale e diplomatico che ha provocato nel 2018 una notevole flessione delle esportazioni di ortofrutta fresca: -11% in quantità e -7% in valore rispetto all’anno precedente.

Efficienza infrastrutturale, etichettatura e internazionalizzazione sono anche il cuore del patto Coldiretti-Unaproa per l'ortofrutta italiana siglato sempre a Rimini, in occasione del MacFrut.

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