23 Maggio 2019
L’Europa che vorremmo: incontro con Prandini

Un confronto a tutto tondo sul futuro dell'Europa e sulle sfide dei prossimi anni in campo agroalimentare: il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini ha incontrato questa sera Giuseppe Pasini, Presidente di AIB, in un convegno moderato dal giornalista Carlo Muzzi.

L’Italia è al centro di un turbamento epocale, con l’Italia lo è la sua agricoltura. Per molteplici ragioni: la Brexit, gli embarghi alla Russia, le “guerre commerciali” - minacciate o reali - fra Usa, Cina e Ue e l’autentico “no deal” in larga parte del Medio Oriente ne rappresentano la viva e quotidiana testimonianza. Nonostante questo l’agricoltura italiana ha svolto una cruciale funzione anticiclica, con una produzione cresciuta dell’11,2% e un valore aggiunto agricolo dell’8,6% nell'ultimo decennio.

Perché l’export agroalimentare cresce nel decennio del 70,9% raggiungendo i 41,8 miliardi di euro a fine 2018. Perché i prodotti del nostro agroalimentare – in virtù della loro chiave distintiva – hanno un valore simbolico altissimo nella reputazione del Paese.

Europa, il pubblico del convegno

Europa, etichette e made in Italy: una battaglia da vincere

Un valore che non possiamo farci "rubare": l’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine agricola per tutti i prodotti alimentari è una battaglia determinante. “Sul terreno della trasparenza resta di fondamentale importanza modificare la norma relativa all’ultima trasformazione sostanziale, che consente di nascondere dietro il paravento di una singola, magari minima, lavorazione un cambio di voce doganale che consente di scrivere made in Italy”, precisa il presidente Prandini.

Non solo, in tema di emergenze alimentari l’Europa ha un ruolo fondamentale: “l’esperienza ha dimostrato che nei confronti delle emergenze alimentari l’indicazione di origine in etichetta è importante per intervenire rapidamente, circoscrivere l’allarme e contrastare le psicosi con effetti drammatici sul sistema economico e occupazionale", continua il presidente. L’Unione Europea vuole bocciare le normative nazionali che consentono agli italiani di sapere da dove provenga il grano impiegato nella pasta, il latte utilizzato nei formaggi e il pomodoro nella salsa onde evitare che venga spacciato come made in Italy un prodotto straniero.

L’Italia è all'avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti, ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori.

Ettore Prandini interviene sul futuro dell'Europa

Come difendere il meglio dell'agroalimentare italiano

La difesa del made in Italy passa anche attraverso iniziative volte a fermare la svendita di marchi che hanno fatto la storia dell’agroalimentare italiano. Non più tardi di ieri, guardando in particolare all’eccellenza del Parmigiano Reggiano, Coldiretti ha accolto con preoccupazione la notizia delle trattative per l’acquisizione della Nuova Castelli da parte della multinazionale francese Lactalis, che negli anni si è aggiudicata Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cademartori, ovvero un terzo del mercato nazionale di uno strategico comparto lattiero caseario.

Operazione che andrebbe a rafforzare l’egemonia francese sui prodotti DOP più venduti e apprezzati al mondo. In questo caso, l’interesse nazionale è anche legato alla tutela delle denominazioni dalle falsificazioni che si moltiplicano nei diversi continenti con Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

“Serve portare in Europa i funzionari che operino per l’interesse del nostro Paese – conclude il presidente Prandini durante l’incontro -, non dobbiamo criticare ma imparare a tessere rapporti proficui con gli altri stati membri e portare a casa risultati soddisfacenti per il made in Italy. Ecco cosa significa per noi stare in Europa: solo assottigliando le differenze tra stati riusciremo a competere sul mercato comunitario e non solo”.

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