1 Giugno 2019
Coltivazione canapa, in Lombardia +600% in cinque anni

160 ettari e +600% di terreni coltivati a canapa tra 2014 e 2018: la decisione della Cassazione sulla cannabis light rischia di frenare la coltivazione della canapa, settore in grande sviluppo per l’agricoltura della Lombardia.

Se nel 2006 questa coltivazione nella nostra regione non esisteva, nel 2014 gli ettari coltivati erano 23, mentre oggi i campi dedicati a questa coltura si trovano praticamente in tutte le province lombarde per un totale di circa 166 ettari nel 2018.

A cosa serve la canapa?

La canapa è una pianta versatile dai molteplici utilizzi, che spaziano dalla bioedilizia all’alimentare, tanto che tra gli operatori del settore viene considerata un vero e proprio “maiale vegetale”, dato che non si butta via nulla. In Lombardia, oltre alla coltivazione per scopi industriali, Coldiretti registra esperienze innovative che riguardano il cibo, con esempi virtuosi di imprenditori agricoli che producono cracker, birra, olio per cucinare e tisane.

Quanto alla situazione nazionale, nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018. Nelle campagne italiane sono centinaia le aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di questa pianta: oltre alle performance lombarde, si registrano buoni dati in Puglia, Piemonte, Veneto, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.

La coltivazione della canapa è un ritorno alle origini

La canapa non è una novità per l’agricoltura italiana: Coldiretti segnala il ritorno di una coltivazione che fino agli anni 40 era più che familiare in Italia. Anzi, con quasi 100mila ettari il Belpaese era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico”, che ha imposto le fibre sintetiche, mentre la campagna internazionale contro gli stupefacenti ha gettato un’ombra su questa pianta.

Nel 1961 il Governo italiano sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore. Il percorso continua nel 1975 con la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti e negli anni successivi scompaiono anche gli ultimi ettari coltivati a canapa.

 

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