27 Settembre 2019
Depuratore del garda: il sostegno di Coldiretti e AIB

Associazione Industriale Bresciana e Coldiretti Brescia in prima linea per sbloccare la situazione del depuratore del Garda ed evitare l’annullamento del finanziamento straordinario a fondo perduto previsto da Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, ATO Brescia e ATO Verona.

Le due associazioni sosterranno Acque Bresciane nella realizzazione del sistema di collettamento dopo aver visionato il progetto di fattibilità tecnico-economica messo a punto dalla società di gestione del servizio idrico integrato. Ribadito dunque l'appoggio al board Acque Bresciane presieduto da Gianluca Delbarba, che al suo interno vede inoltre la presenza del Consigliere Mario Bocchio, Presidente di Garda Uno, società che prima della nascita del gestore unico si occupava del ramo idrico gardesano su sponda bresciana.

Il progetto deve partire

Come certificato dal programma, reso pubblico nel mese di agosto sul portale dell’ATO, sta per iniziare l’iter autorizzativo necessario affinché l’opera possa finalmente prendere avvio, mettendo in sicurezza il prezioso bacino lacustre bresciano. L’opera gode di un importante cofinanziamento di 100 milioni dieuro sul progetto complessivo di 230 milioni, previsto dall’accordo di programma firmato a dicembre 2017 da Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, ATO Brescia.

“Si tratta di un progetto determinante per il territorio gardesano – afferma Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti -: è fondamentale portare a termine l’opera, che gode di finanziamenti importanti da non sprecare, per dare la giusta valorizzazione a un territorio unico nel suo genere, con un’importante biodiversità e delle eccellenze agroalimentari da tutelare e far conoscere al mondo intero”.

Continua Giuseppe Pasini, Presidente di AIB: È fondamentale non perdere ulteriore tempo in questa iniziativa portata avanti da un importante territorio bresciano come il Lago di Garda, che sul turismo costruisce la propria economia, creando posti di lavoro e numerose opportunità anche per i giovani. Un discorso valido, a maggior ragione, in considerazione del lungo iter e dei passaggi autorizzativi necessari all’avvio dell’opera: il rischio, viceversa, è quello di perdere il finanziamento straordinario previsto dall’accordo del 2017. Per questo motivo sosteniamo il progetto di Acque Bresciane, che ha evidenziato dati ambientali positivi a tutela del bacino gardesano”.

Perchè sostenere il depuratore del Garda

L’accordo di programma è stato sottoscritto nel dicembre 2017, e prevede un cofinanziamento di 100 milioni di euro su un progetto complessivo di 230 milioni di euro. Nel corso del 2018, l’ipotesi di costruzione del depuratore è passata da Visano alla nuova localizzazione individuata di Gavardo e Montichiari: la soluzione consente di unire gli sforzi economici e tecnici tra Acque Bresciane e A2A Ciclo Idrico, poiché il progetto si attuerebbe su impianti già esistenti, ampliandoli, e quindi di diminuire l’impatto finanziario sul piano tariffario di Acque Bresciane.

Nei primi mesi del 2019, Acque Bresciane è stata costretta a effettuare importanti interventi sulle condotte sublacuali gardesane (ormai quarantennali), in particolare su quella Toscolano-Torri del Benaco che, per essere messa in sicurezza, ha necessitato di un’azione straordinaria da circa 2 milioni di euro, un mese di lavoro, camere iperbariche e lavori alla profondità record di 200 metri. La presenza di un unico impianto e di un unico schema di collettamento consentirebbe la riduzione dei rischi autorizzativi e cantieristici. Inoltre, nel maggio 2019 la Direzione Generale territorio e protezione civile prevenzione rischi naturali e risorse idriche di Regione Lombardia ha trasmesso una relazione sullo stato ecologico del Lago di Garda, le cui conclusioni confermano l’esigenza di non prevedere scarichi depurati a lago, escludendo ipotesi alternative: un segnale importante sul delicato stato ecologico in cui versano le acque del Lago. Un ulteriore dato da non sottovalutare, utile per la questione ubicativa, è la presenza di numerose “prese a Lago” per uso acquedottistico, nel golfo di Salò e lungo tutta la costa sino a Peschiera.

La realizzazione di un unico impianto permetterebbe:

  • la dismissione della condotta sub lacuale Toscolano-Torri del Benaco, con l’immediato miglioramento gestionale dello schema di collettamento sponda veronese e dell’impianto di Peschiera;
  • la valorizzazione e il riutilizzo delle acque depurate in agricoltura, secondo la direttiva UE 2000/60/ce e la proposta di regolamento UE per il riutilizzo dell’acqua com/2018/337;
  • il miglioramento della qualità degli scarichi esistenti nel bacino del fiume Chiese, considerando la scarsa disponibilità di acqua del suddetto bacino e le relative problematiche ad esso collegate,
  • la possibilità di rispondere in maniera adeguata al fabbisogno idrico nei periodi di irrigazione.

In aggiunta, le peculiarità architettoniche e paesaggistiche del progetto si inserirebbero in un contesto naturale, integrando positivamente la ricettività dell’area (creazione di un parco fluviale, percorsi didattici, ...) e minimizzando l’impatto della limitrofa zona industriale.

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