9 Dicembre 2010
Coldiretti batte la Burocrazia! La Regione ha cambiato la normativa sui PSR grazie all’esito del ricorso promosso da Coldiretti Brescia

Brescia 9 dicembre – Non succede spesso in Italia che un’azione legale riesca addirittura a far cambiare le normative. Questo però è successo grazie ad un’iniziativa messa in campo da Coldiretti Brescia ed alla determinazione con cui è stato affrontato il problema.
Per apprezzare la valenza del risultato legale è però necessario fare un breve riepilogo dei fatti.  Tutto nasce da una questione ordinaria: un giovane imprenditore agricolo presenta un piano di investimenti e richiede il sostegno di un contributo regionale partecipando al bando Piano di Sviluppo Rurale (PSR). L’investimento è di qualche centinaio di migliaia di euro ed è finalizzato al rilancio dell’impresa agricola in cui il giovane ha deciso di costruire il proprio futuro. L’iter di tutte le richieste, progettazioni, collaudi viene approvato positivamente dagli organismi preposti fino a che iniziano i lavori per realizzare gli investimenti previsti. Tutto bene ovviamente, finché un controllo da parte dell’ASL rischia di mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’azienda. E’ proprio così: la mancanza di una prescrizione, ancorché minima, è sufficiente a far saltare l’intero finanziamento, a vanificare un progetto d’impresa ed a mettere in serie difficoltà finanziarie una famiglia. Un classico esempio di malaburocrazia in cui l’obiettivo della normativa si piega alla logica delle carte, di uffici ed Istituzioni diverse, in cui ognuno svolge il proprio compito “formalmente” in modo corretto ma perdendo di vista il significato dell’intervento regionale a sostegno dell’impresa.

Nel caso specifico, il giovane imprenditore aveva messo completamente a norma la propria azienda anche per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Anche i numerosi alberi cardanici necessari per i macchinari aziendali risultavano a posto e con le protezioni in regola. Tutti tranne uno che – come spesso accade – dopo la sbrecciatura della cuffia in plastica era in attesa di essere riparato. Questo inconveniente determinava la decadenza e la totale revoca del contributo già ammesso e finanziato.
Coldiretti Brescia non ci sta e tramite il proprio Ufficio Legale impugna il provvedimento. Lunghi mesi di battaglia nelle aule giudiziarie hanno portato alla recente Sentenza, che riconosce l’esistenza di una evidente sproporzione tra l’entità dell’inadempimento e la gravità della sanzione. Le sanzioni applicate dalla Regione sono in contrasto con le norme europee, sentenzia il Tribunale, in quanto “non tengono in alcun conto la gravità, portata, durata e reiterazione delle inadempienze contrastate”.
Tale Sentenza - unica nel suo genere anche a livello nazionale -  non poteva rimanere senza conseguenze ed ha determinato una modifica nella norma regionale. 
Lo scorso 8 novembre 2010, la Regione con propria Delibera n° 11240 ha ritenuto “che le motivazioni della Sentenza bresciana debbano essere considerate al fine di una revisione delle disposizioni attuative delle Misure agli aiuti Comunitari, in quanto è necessario tener conto dei principi generali della giurisprudenza, in particolare quelli di proporzionalità e ragionevolezza.”
Il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini commenta con soddisfazione l’esito dell’intera vicenda aggiungendo che “Non è logico che normative pensate per aiutare lo sviluppo delle imprese agricole diventino esse stesse la causa di gravi problemi per aziende che hanno creduto ed investito nel futuro”.
“Assurdo ipotizzare che per una prescrizione minima, che vale poche decine di euro, provochi la revoca totale del contributo” chiosano infine gli avvocati dell’ufficio legale di Coldiretti, Enzo Barilà e Gianfranco Zanetti.
 

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