28 Gennaio 2011
APPOGGIO DELLE ISTITUZIONI AL PROGETTO DI COLDIRETTI PER UNA FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA.

Si è tenuto oggi a Brescia il convegno “Costruiamo la nuova filiera agricola italiana –
Le imprese agricole bresciane sfidano il mercato globale”

Brescia, 28 gennaio 2011 –  Successo di pubblico e sostegno delle istituzioni per il convegno promosso da Coldiretti Brescia tenuto oggi nella sala conferenze di Ubi Banca a Brescia sul tema “Costruiamo la nuova filiera agricola italiana – Le imprese agricole bresciane sfidano il mercato globale”. Seduti al tavolo dei relatori – moderati dalla giornalista Nunzia Vallini, direttore responsabile di Teletutto – il presidente nazionale di Coldiretti dott. Sergio Marini, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca on. Maria Stella Gelmini, l’assessore regionale all’Agricoltura dott. Giulio De Capitani, il presidente della Provincia di Brescia dott. Daniele Molgora, il sen. Guido Galperti e il consigliere regionale Gianmarco Quadrini, salutati dagli interventi di apertura del presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini, del Prefetto di Brescia Livia Narcisa Brassesco Pace e del direttore generale del Banco di Brescia Elvio Sonnino. Tra gli altri, presenti in sala gli assessori provinciali Gian Francesco Tomasoni (Agricoltura), Stefano Dotti (Ambiente), Alessandro Sala (Formazione ed Organizzazione delle Risorse Umane, Caccia e Pesca), Maria Teresa Vivaldini (Lavori Pubblici), Aristide Peli (Pubblica Istruzione) e Giorgio Bontempi (Lavoro) e il vice presidente della Provincia di Brescia on. Giuseppe Romele,
  Durante l’incontro con la stampa che ha preceduto il convegno, il sindaco di Brescia Adriano Paroli si è detto convinto del ruolo decisivo dell’agricoltura “nella salvaguardia dei valori”; il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini ha illustrato il progetto di Coldiretti per una “Filiera agricola tutta italiana”, piano che ha fatto un passo avanti grazie “all’approvazione dell’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei prodotti agroalimentari”, provvedimento di cui è stata relatrice l’on. Viviana Beccalossi, pure presente, che ha spiegato come la norma rappresenti “un pilastro per l’agricoltura del Terzo Millennio per fornire informazioni chiare e trasparenti ai consumatori e al fine di riconoscere il giusto reddito agli imprenditori agricoli, che eccellono in Italia, specie in Lombardia, grazie anche all’efficienza dei controlli”. Il presidente nazionale Sergio Marini, infine, ha anticipato i contenuti del convegno parlando della volontà, in un momento difficile, “di non scaricare le responsabilità su altri, ma di prendere in mano la questione con un progetto in cui Coldiretti e gli agricoltori mettono la faccia. Alla politica non chiediamo soldi in più, ma di salvaguardare le risorse che ci sono e di destinarle a favore
dell’agricoltura professionale, che salvaguarda l’agroalimentare locale e cerca di rendersi competitiva. Alla politica chiediamo regole per competere alla pari puntando su ciò che ci contraddistingue, ossia la diversità”.
Nei suoi interventi, il presidente nazionale Sergio Marini ha posto l’accento sui paradossi dell’agricoltura, ossia “i furti di valore e d’identità cui è sottoposta ogni giorno. Il primo coincide in termini reali con un reddito riconosciuto agli agricoltori di 0,17 centesimi per ogni euro speso dal consumatore e il secondo ha a che vedere con falsificazioni e truffe a danno del prodotto italiano, che dev’essere riconoscibile. Il terzo furto deriva dai meccanismi che erano stati messi in atto per arginare i precedenti due, cioè con il sistema della cooperazione, pensato per creare valore aggiunto, e con la Denominazione d’Origine per definire l’identità, strategie ormai tramontate per responsabilità in parte riconducibili alla Grande Distribuzione rea di aver ucciso le differenze e la valorizzazione delle tipicità, elemento di vera competitività per il nostro Paese”.
Il Ministro Maria Stella Gelmini ha sottolineato come “l’agroalimentare necessiti di interventi istituzionali trasversali, campo in cui sono stati raggiunti progressi significativi, a partire dall’educazione. Educazione alla cittadinanza da un lato, ma anche alla salute e a un corretto stile di vita che non può prescindere da una sana alimentazione dall’altro: per questo con Coldiretti il Ministero ha elaborato il progetto pilota “Scuola e cibo” in vista anche di Expo 2015”. L’on. Gelmini si è detta “orgogliosa di appartenere alla prima Provincia agricola in Italia, nella regione italiana più agricola: il contributo bresciano è straordinario. Per questo, tramite un accordo di programma con il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigon,i abbiamo stanziato 120 milioni di euro a favore della ricerca, di cui 30 milioni per la ricerca agroalimentare: una ricerca rispettosa e ben direzionata”. Ma i fondi, ha ripreso il Ministro, “non sono tutto: le regole sono fondamentali, regole in ordine a trasparenza, certezza, semplificazione burocratica, al fine di veder coniugate tradizione e innovazione. Il settore è un modello per l’Italia quanto a tenacia, capacità di reazione e temperamento, virtù che fanno la differenza nei momenti di crisi”.
Nel corso del pomeriggio, il presidente della Provincia di Brescia Daniele Molgora ha illustrato le caratteristiche del marchio territoriale “Made in Brescia” nato per rilanciare le imprese “non solo del settore agricolo, ma di ogni comparto, rendendole distinte e identificabili attraverso un riconoscimento di marchio che coincide con un’attestazione di qualità”. L’assessore regionale Giulio De Capitani ha esaltato il comparto regionale “di alto livello”, che merita “la tutela della filiera partendo dai prodotti regionali e ancor più capillarmente da quelli provinciali e strettamente locali per consapevolizzare i consumatori”; obiettivo da raggiungere, ha aggiunto De Capitani, anche attraverso campagne “di comunicazione affinché il settore goda di maggiore considerazione da parte dei media e, di conseguenza, dell’opinione pubblica”, laddove la politica regionale, dal canto suo, “cercherà di finalizzare da qui al 2013 i fondi residui di Pac e Psr, oltre a fare in modo, per esempio, che l’agro-energia resti un’opportunità e non si trasformi in uno stravolgimento del ruolo dell’agricoltura”. In un’ottica di sistema e di massa critica è intervenuto pure il consigliere regionale Gianmarco Quadrini, che ha giudicato il progetto di Coldiretti “una scommessa ardita, ma una sfida cui nessuno può sottrarsi, un impegno che necessita di sostegno. La proposta di Coldiretti mi vede favorevole e garantisco il nostro contributo, anche con la definizione di regole certe che non consentano scappatoie: la realizzazione di una filiera agricola italiana fornirebbe anche risposte alle istanze di cittadini e famiglie a fronte di un riconoscimento adeguato di reddito all’agricoltura, oltre a rappresentare una forma di tutela della sicurezza alimentare”. A tal proposito, Quadrini ha ipotizzato “l’apertura di un confronto con la Gdo per fare in modo che le tipicità agroalimentari trovino posto anche sugli scaffali dei supermercati, adeguatamente normati”. Il senatore Guido Galperti, da canto suo, ha definito “fondamentale” l’iniziativa di Coldiretti, foriera di un condivisibile “tentativo di riportare l’agricoltura al centro dell’agenda politico-amministrativa del Paese, per recuperare la centralità che tale attività merita. Del resto, se pensiamo a numeri come 240 miliardi di euro di Pil prodotti da 900mila imprese, il 17% del totale, si nota una sproporzione con lo scarso spazio di cui gode effettivamente il comparto agricolo nazionale, che abbisogna pure di controlli, di una Pubblica Amministrazione efficiente e di una giustizia in grado di rispondere in tempi ragionevoli alle istanze delle imprese”.
A conclusione dei lavori, il presidente Marini – in nome della condivisione e del sostegno espressi dai rappresentanti delle istituzioni – ha chiesto un’ulteriore regola, “la coerenza con l’appoggio annunciato oggi anche nella fase operativa del progetto di creazione della filiera agricola tutta italiana”. Sergio Marini ha inoltre chiamato le istituzioni a ideare “progetti analoghi, di individuazione dei punti di forza di un comparto per rilanciare l’intero sistema Paese, per ogni settore: non è possibile continuare a limitarsi ad abbattere i costi di produzione”. 

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