Crisi, si è “ristretta” la stalla bresciana: -34mila fra scrofe e pecore in 6 anni,
tengono mucche e capre
Dal 2010 a oggi le stalle bresciane si sono “ristrette” perdendo oltre trentaquattromila tra scrofe e pecore in soli sei con i cali più consistenti nella fascia cosiddetta della “brebemi zootecnica” che passa nei comuni dell’ovest bresciano da Urago d’Oglio a Roncadelle. Tiene invece il numero delle mucche e delle capre da latte.
È quanto afferma Coldiretti su dati del Sistema Informativo Servizio Veterinario (ATS Brescia) in occasione della presentazione dell’annata agraria 2015/2016 e della 69° Giornata provinciale del Ringraziamento che verrà celebrata domenica 20 novembre a Sale Marasino con la partecipazione di centinaia di imprenditori agricoli bresciani a fianco del presidente provinciale Ettore Prandini. Per l’occasione in piazza Largo Marinai a partire dalle ore 10.00 si terrà lo spettacolo degli sbandieratori e musici Zeveto della città di Chiari fino alla partenza del corteo e della tradizionale sfilata dei trattori che accompagnerà i presenti alla chiesta parrocchiale dove alle 11.00 è prevista la Santa Messa officiata dal Vescovo Mons. Luciano Monari.
“Da tempo – spiega Ettore Prandini Presidente di Coldiretti Brescia – la nostra agricoltura sta attraversando un momento difficile, complici i costi di produzione, la concorrenza estera dei falsi Made in Italy e la crisi dei consumi. Nonostante ciò, questo settore continua a produrre cibo sano e di qualità e dà lavoro a decine di migliaia di persone. Ecco perché è importante tutelarlo anche attraverso politiche che permettano di rendere il lavoro nei campi e nelle stalle sempre più efficiente e sostenibile, garantendo alle imprese il giusto reddito. Senza dimenticare il ruolo a tutela del territorio e della biodiversità che svolge il mondo agricolo”.
“In termini di Produzione Lorda Vendibile complessiva – aggiunge Mauro Belloli responsabile area economica di Coldiretti Brescia – l’annata agraria bresciana registra un altro anno in negativo, dopo il record del 2013 dove il calo rispetto alla annata agraria 2014/2015 si attesta al 1,54%, non sui volumi ma sui prezzi riconosciuti; per il combinato del notevole calo registrato nel 2014/15 (- 7,45%) si evidenzia come l’agricoltura bresciana in 2 anni abbia perso quasi 110milioni di fatturato”.
Come spesso capita – specifica Coldiretti Brescia - il dato aggregato non rappresenta appieno la situazione di assoluta sofferenza di molti comparti, soprattutto quelli zootecnici, sull’onda già negativa dell’autunno scorso. Valga per tutti l’analisi del fatturato del latte alla stalla che registra una diminuzione secca del 6,3% rispetto all’anno precedente; dato che sarebbe stato peggiore se non compensato parzialmente dal costante aumento di produzione.
“Analizzando bene i dati – interviene il Presidente Prandini - è interessante notare netti segnali di ripresa in tutti i settori, negli ultimi sei mesi dove certamente la battaglia per l’obbligo dell’origine in etichetta sui prodotti agroalimentari ha contributo in modo determinante all’economia del settore”.
E’ singolare anche osservare – prosegue Coldiretti - come il saldo di occupati in campo agricolo nel periodo 2009 – 2015 sia significativamente in positivo, con i circa 650 lavoratori autonomi in meno ampiamente compensati dai 2.000 nuovi dipendenti. E parliamo del ruolo dei giovani in agricoltura che, grazie alla diversificazione delle attività agricole e all’introduzione delle multifunzionalità, sempre più restano, tornano o si avvicinano all’agricoltura generando un ricambio generazionale determinante a dare continuità al settore.
“Per queste e tante altre ragioni – conclude il Presidente Prandini - è importante tutelare il settore agricolo anche attraverso politiche che permettano di rendere il lavoro nei campi e nelle stalle sempre più efficiente e sostenibile, garantendo alle imprese il giusto reddito. Senza dimenticare il ruolo a tutela del territorio e della biodiversità che svolge il mondo agricolo”.