7 Gennaio 2011
DIOSSINA: “PRODOTTO ITALIANO SICURO E CERTIFICATO”. Interviene il presidente della Consulta Avicola di Brescia Felice Bonetti

Brescia 7 gennaio 2011 – All’indomani dell’emergenza diossina in Germania, si ripropone nuovamente con forza la necessità di introduzione obbligatoria dell’origine in etichetta per tutelare il prodotto italiano - “Sano e di qualità”, sottolinea il presidente della Consulta Avicola di Coldiretti Brescia Felice Bonetti -, per consentire al consumatore di distinguere l’agroalimentare italiano e per riconoscere al comparto zootecnico nazionale il valore aggiunto che merita.
“La differenza tra il prodotto agroalimentare italiano e quello di altri Paesi – dichiara Bonetti – coincide con una garanzia in termini di sicurezza alimentare a tutto vantaggio del consumatore: le aziende italiane, infatti, sono sottoposte a controlli severi e continui, i cui costi sono interamente a carico dell’impresa agricola. Il che imprime al prodotto italiano un sigillo di salubrità da un lato, che va ad aggiungersi alla qualità che ci è da sempre riconosciuta in tutto il mondo”. Non è così, riprende il presidente, “in tutti i Paesi, anche comunitari: basti pensare alla stessa Germania, o alla Francia, come pure ad altri in cui i controlli non sono certo tanto assidui e rigidi” come invece in Italia. A tutto beneficio del consumatore, totalmente garantito grazie al valore aggiunto “che vorremmo fosse finalmente riconosciuto alle imprese – continua Bonetti – attraverso l’introduzione dell’obbligo di origine, cosicché l’acquirente possa rendersi conto immediatamente della differenza tra i nostri prodotti e quelli di altri Paesi e in modo che l’impresa possa vedere finalmente riconosciuta la qualità che da sempre garantisce”. A tal proposito, il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini ribadisce come “sia determinante l’obbligo dell’origine, e non si capisce come mai, nonostante tale rilevanza sia stata sottolineata anche dalla Commissione europea per la Sanità e la Sicurezza Alimentare, il Parlamento di Bruxelles non abbia ancora assunto una posizione altrettanto chiara. Analogamente, stupisce la posizione del presidente di Fedagri Maurizio Gardini, poi ripresa da Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, secondo cui l’introduzione dell’obbligo di origine non sarebbe prioritaria e non rappresenterebbe un reale elemento di valore aggiunto per le imprese italiane”.

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