Presentati questa mattina i dati dell’annata agraria 2022-2023 con
attenzione alle dinamiche di mercato e ai cambiamenti climatici
“Nonostante il dato aggregato positivo e il ritorno ad un apparente “normalità”, l’agricoltura bresciana sta vivendo un momento di complessità, tra dinamiche di mercato che possono mutare in modo repentino, eventi atmosferici sempre più violenti ed estremi e il grande tema della gestione e conservazione intelligente dell’acqua. E poi non mancano problemi e preoccupazioni sulle singole filiere: solo per citarne alcune, quella dei suini colpiti dalla PSA, quella del latte con il prezzo alla stalla alla ricerca di una difficile quadra e l’annata assolutamente da dimenticare per olive e olio. Il tutto condito da una nuova PAC – partita nel 2023 – che agita non poco gli imprenditori bresciani, una PAC con tante conferme, tante novità ma ancora troppo complessa e altamente burocratizzata”.
Queste le parole di Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia in occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati dell’annata agraria 2022/2023 in provincia di Brescia, che ha messo al centro il valore della produzione lorda vendibile (PLV) aumentato in media del 10%, che deve purtroppo ancora confrontarsi con l’incidenza significativa dei costi di produzione. Un 2023 dove si torna a parlare di normalità almeno dal punto di vista della piovosità, che ha consentito una stagione irrigua nella media e raccolti soddisfacenti. Questi alcuni dei temi trattati durante la mattinata alla presenza, tra gli altri, del direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano e del vicedirettore Mauro Belloli.
“Ma dobbiamo commentare anche elementi positivi della nostra amata agricoltura – continua la Presidente Facchetti – perché, lo confermano i numeri, Brescia è una delle più importanti province agricole d’Italia e d’Europa con i suoi primati sia quantitativi che qualitativi nella produzione di latte vaccino, nell’allevamento dei bovini da carne, dei suini e dell’avicoltura in generale, polli, tacchini e uova in primis. Ma l’agricoltura bresciana è tanto altro ancora: è seminativi e filiera bosco legna, è produzione in pieno campo e coltivazioni in serra, è vino e olio di qualità, è florovivaismo e IV gamma, è ospitalità agrituristica, è tradizione e innovazione. Senza dimenticare l’insostituibile ruolo a tutela del territorio e delle biodiversità che le imprese agricole – grandi o piccole, professionali o part time, di montagna o di pianura, svolgono quotidianamente in silenzio”.
“Tante sono le complessità e le problematiche che comunque ci troviamo ad affrontare – conclude la presidente Laura Facchetti – siamo attivi su tutti i tavoli di rappresentanza e di discussione, siano essi nazionali, regionali e provinciali, tanto è stato fatto e tanto rimane da fare”.